26 Febbraio 2021
Esternalizzare per far crescere l’azienda
Imprenditorialità, assumere il ruolo di una nuova leadership Solitamente gli imprenditori di piccole imprese tendono ad avere un approccio “personale” con l’azienda. Questo li porta ad essere totalmente assorbiti da impegni che riguardano soprattutto la gestione e il coordinamento dei processi aziendali. In sostanza si trovano ad essere completamente impegnati nella soluzione delle problematiche quotidiane. E’ una questione di mentalità e di cultura. “Il lavoro non va avanti se non ci sono io a seguirlo” non è una causa, ma la conseguenza di un atteggiamento gestionale. I processi produttivi si infilano inesorabilmente e si bloccano, si rallentano nell’imbuto del “decide il padrone” perché è l’imprenditore stesso a volerlo, a indirizzare l’azienda in quella direzione. In questo modo i dipendenti non vengono lasciati liberi di sbagliare per consentirne la crescita e l’indipendenza, che garantiscono processi interni fluidi, omogenei, coordinati ma soprattutto autonomi. Non è l’azienda a richiedere la presenza e la decisionalità costanti della proprietà, ma l’ansia di non essere presenti, di non poter decidere e controllare ogni fase. Funzioni e obiettivi L’imprenditore si trova così a ricoprire funzioni diverse, altamente specialistiche, quali vendite, acquisti, gestione del personale, amministrazione, sicurezza, marketing…. La profondità della crisi determinata dal Covid, molto più pericolosa di altre perché ha implicazioni sanitarie, economiche, sociali, ha accelerato e reso imprescindibile il cambiamento che, d’ora in avanti, avrà sempre l’accezione “a seguito del Covid”. Gestire il cambiamento Si è sempre detto “guidare il cambiamento”. Ora si deve dire “gestire il cambiamento” perché fattori esterni stanno provvedendo a determinarlo e sfuggono alla decisionalità del singolo. Non si deve impostare l’azienda secondo l’urgenza del pensiero “Ora che c’è il Covid”, bensì pensare, progettare, organizzarsi secondo le conseguenze successive alla pandemia, che avranno valenze internazionali, a tutti i livelli. Esternalizzare? E’ la parola d’ordine Se andate in pizzeria, ordinate la pizza che preferite o sostituite il pizzaiolo e ve la preparate da soli? E’ arrivato il momento in cui l’imprenditore, per il bene della propria azienda, deve rinunciare al controllo di tutte le aree del processo produttivo. E’ arrivato il momento in cui l’imprenditore, sempre per il bene della propria azienda, deve concentrarsi e dedicare il proprio tempo alla proprietà, alla conduzione strategica e istituzionale. Gli operai, gli impiegati, i manager debbono svolgere pienamente il proprio ruolo, in totale autonomia, stimolando e proiettando l’azienda verso lo sviluppo. Tutte le funzioni più specifiche, che richiedono competenze e professionalità dedicate e che rappresentano supporti del processo aziendale, non debbono assorbire risorse interne, ma affidate all’esterno. Fiscalità, diritto, marketing, digitalizzazione, formazione necessitano di figure esterne professionali, aggiornate, preparate. La contabile deve fare la contabile non anche la contabile. La segretaria deve fare la segretaria non anche la segretaria. E così via, ognuno dedicato e concentrato alle proprie competenze. L’outsourcing rappresenta risparmio, obiettività, professionalità specifica, responsabilità che non debbono e non possono coinvolgere né tantomeno distrarre il personale interno all’azienda. Guidare l’azienda L’imprenditore assumerà così, gradualmente, un nuovo ruolo, più redditizio, più soddisfacente, più specifico: guidare l’azienda. Lorenzo Butturi marketing@qqubo.com
08 Febbraio 2021
03 Ottobre 2020
#Digital Marketing #Web Marketing #Social Marketing…che confusione!
10 minuti fa Quando il #marketing si è imposto come una delle funzioni aziendali fondamentali, la pianificazione della comunicazione era distribuita tra giornali, tv, brochure e cataloghi, manifesti. Negli anni 90 la distinzione tra ADV e BTL era fortemente conflittuale per strappare il testimone di miglior strumento di marketing. L’avvento di #Internet ha di nuovo scombussolato tutto. Ma soprattutto ha consentito e consente anche a piccole attività di avere una visibilità notevole e di comunicare direttamente col proprio pubblico. La confusione nasce quando si vuole classificare, catalogare, definire le funzioni e gli strumenti utili a dare visibilità. Internet marketing, Digital marketing, Web marketing…sono la stessa cosa? Sono diversi? Ma soprattutto, cosa significano? Innanzitutto chiariamo che sono tutti componenti del marketing che utilizza internet e le tecnologie online. Non sono quindi sinonimi ma strumenti diversi che debbono essere compresi e considerati nella definizione di una corretta strategia di comunicazione. #QQUBO fornisce al cliente una preliminare analisi gratuita finalizzata ad individuare obiettivi, risorse, fattori positivi e negativi del cliente, sui quali sviluppare un piano marketing efficace.
07 Luglio 2020
Tra ieri è oggi c’è solo il domani
Il Covid, con le sue emergenze, le contraddizioni, i pericoli, le interpretazioni ma soprattutto con le ricadute che ha sulle economie mondiali, sarà determinante per creare una linea netta di separazione tra ieri e domani. Non esiste l’oggi, ma solamente il passato e quello che avverrà. Perchè oggi è completamente diverso da ieri e non è altro che una preparazione a quello che sarà. Quello che sarà delle culture, degli scambi, delle logiche politiche, delle economie. E soprattutto, visto che non si era ancora compreso fino ad ora, quello che sarà lo stravolgimento del commercio. Essere stravolto o stravolgere e reinventarsi? A ciascuno la scelta. Da tanto si parla di digitale, di modernizzazione, di evoluzione dei sistemi commerciali. Ma sono sempre rimasti argomenti di convegni, citazioni dell’esperto di turno ma dai quali il tessuto imprenditoriale delle micro e piccole imprese on si è mai sentito toccato più di tanto. Il Covid ha portato a tanti cambiamenti, a nuovi paradigmi che renderanno obbligatorio il cambiamento. E al cambiamento, radicale, occorrerà adeguarsi. Non per sopravvivere ma per rendere redditizia la propria azienda. Occorre rendersi conto che la trattativa, la negoziazione, la vendita iniziano sul web. Perchè è dal web che il potenziale cliente riceve la prima impressione, si fa un’idea di chi sei, cosa fai, dove sei e soprattutto cosa vendi. Occorre rendersi conto che il marketing di prossimità è un’arma vincente potente per il dettaglio. Occorre valorizzare le proprie caratteristiche, le proprie peculiarità invece di rincorrere qualcuno che sarà sempre irrangiungibile. Sarà fondamentale stravolgere la realtà che, secondo i dati di Confcommercio-Format del 2019, vende ancora l’80% di negozi che non effettua vendite online e un’abbondante metà che non è presente sui social network. Gli acquisti online nel 2019 hanno rappresentato soltanto il 7,3% di quelli totali. Ci sono ampi spazi di crescita. E lo ha dimostrato ancora il Covid con quello che è successo durante il lockdown. Il cliente ha incrementato le sue ricerche, le ha affinate. Chi ancora non usava gli strumenti di vendita online si è pian piano avvicinato e ne ha scoperto le potenzialità. Piccoli negozi hanno sbarcato il lunario facendo la vendita online e consegna a domicilio. Non si tratta più solo di sbarcare il lunario. Si tratta di essere vincenti, competitivi…esserci!
16 Aprile 2020
Cavalcare il virus della comunicazione
Author: QQubo
Come in tutte le crisi c’è chi vince e c’è chi perde. Chi rafforza la propria posizione, chi ne conquista di nuove. C’è chi, già in bilico prima, soccombe. Si può ipotizzare una data indicativa per la fine o la riduzione delle limitazioni, ma nessuno è in grado di stabilire con precisione il termine e l’andamento della pandemia. Quel che è certo è che vale il “nulla sarà come prima” anche se potrà apparire come un claim d’effetto di un disaster movie. In realtà è quello che invece sta accadendo nelle comunità. A tutti i livelli e ovunque. Già da tempo, il web aveva assunto un ruolo determinante nei rapporti professionali e privati. Ora, con l’emergenza, è diventato il punto di incontro, il crocevia, l’agorà. Tutto si decide, si esegue, si confronta via web. Insomma, come per la vita sociale e professionale, anche per la comunicazione via web, l’emergenza determinerà il tracciamento di un confine netto tra il prima e il dopo. Così se prima c’erano ancora molti imprenditori convinti che Internet fosse per pochi o peggio riservato ai giovani e a pochi altri, superfluo per la propria azienda, ora molti si stanno ricredendo. Comunicare via web non serve solo a comprare per pigrizia o per comodità online. I social non servono solo a scambiarsi post tra amici e a curiosare nelle vite altrui. Non è più il momento di siti raffazzonati “perché ce l’han tutti”, di “Facebook a me non serve”. Ora anche chi produce bulloni, deve comprendere che, appunto, “nulla sarà più come prima”. E proprio in questo momento, in questo periodo che non possiamo entrare nella nostra fabbrica, nel nostro ufficio o nel nostro negozio, occorre riorganizzarsi, strutturarsi, aggiornarsi. Comunicare è e sarà sempre di più fondamentale come la manutenzione delle attrezzature, la scorta, la contabilità, il personale qualificato. Anche per chi produce bulloni! Web marketing, digitale, social, inbound, lead, prospect non sono termini incomprensibili usati per confondere. Bensì consentono non solo di raggiungere il proprio pubblico, i clienti (anche quello che da noi compra i bulloni). Soprattutto mirano a due obiettivi principali: fidelizzare i nostri clienti e acquisirne di nuovi. Google e Facebook hanno convogliato su di sé il dominio del web. Tutto passa da loro e attraverso loro. Social e web, fortemente coesi e connessi. Sottilmente, per attirare ancora più utenti, hanno diffuso la convinzione che tutto sia gratis. E all’apparenza lo è. Ma gratuitamente si ottiene poco o niente. Per sfruttare appieno le enormi potenzialità offerte da web e social, occorre investire e utilizzare professionalità specifiche, competenze, attenzione, monitoraggio costante. Affidereste la gestione della vostra contabilità a uno stagista, a un carpentiere, a un fattorino? Un processo da attivare che non è immediato. Non basta pubblicare un post su Facebook per ottenere riscontri. Non è sufficiente un sito per mantenere e sviluppare contatti. Per ottenere risultati occorre tempo, continuità, costanza e, ripeto, competenze. Ecco perché è proprio questo il momento di organizzare la propria comunicazione. Aspettare che tutto riparta sarà troppo tardi perché il web, i social, la gente è in trasformazione e sta stravolgendo il mondo delle imprese, del lavoro, dei consumi. Avete un sito aziendale datato, non aggiornato, magari anche bruttino? Avete attivato una pagina su Facebook ma non ricordate nemmeno più le credenziali di accesso? Vi siete fermati così come avete dovuto interrompere la vostra attività? Avete un profilo in vetrine di settore che da tempo non aggiornate o non sapete nemmeno più dove siete presenti? Usate questo tempo per programmare, organizzare, strutturare, rinvigorire la vostra presenza online. Fate sapere che ci siete, che siete pronti, che avete nuove proposte. E fatelo ora, prima che parta il bombardamento mediatico della ripresa. Il rischio è quello di dover rincorrere e lasciare spazio alla concorrenza. Non adagiamoci su “Si ma tanto ora è tutto fermo!”. Questo è il momento per comunicare!