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Cavalcare il virus della comunicazione

COMUNICAZIONE IN TEMPI DI PANDEMIA

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Come in tutte le crisi c’è chi vince e c’è chi perde. Chi rafforza la propria posizione, chi ne conquista di nuove, chi sviluppa la propria comunicazione e chi si lascia trasportare. C’è chi, già in bilico prima, soccombe.

Si può ipotizzare una data indicativa per la fine o la riduzione delle limitazioni, ma nessuno è in grado di stabilire con precisione il termine e l’andamento della pandemia.

Quel che è certo è che vale il “nulla sarà come prima” anche se potrà apparire come un claim d’effetto di un disaster movie. In realtà è quello che invece sta accadendo nelle comunità. A tutti i livelli e ovunque.

Già da tempo, il web aveva assunto un ruolo determinante nei rapporti professionali e privati.

Ora, con l’emergenza, è diventato il punto di incontro, il crocevia, l’agorà. Tutto si decide, si esegue, si confronta via web.

Insomma, come per la vita sociale e professionale, anche per la comunicazione via web, l’emergenza determinerà il tracciamento di un confine netto tra il prima e il dopo.

Così se prima c’erano ancora molti imprenditori convinti che Internet fosse per pochi o peggio riservato ai giovani e a pochi altri, superfluo per la propria azienda, ora molti si stanno ricredendo.

Comunicare via web non serve solo a comprare per pigrizia o per comodità online.

I social non servono solo a scambiarsi post tra amici e a curiosare nelle vite altrui.

Non è più il momento di siti raffazzonati “perché ce l’han tutti”, di “Facebook a me non serve”.

Ora anche chi produce bulloni, deve comprendere che, appunto, “nulla sarà più come prima”.

E proprio in questo momento, in questo periodo che non possiamo entrare nella nostra fabbrica, nel nostro ufficio o nel nostro negozio, occorre riorganizzarsi, strutturarsi, aggiornarsi.

Comunicare è e sarà sempre di più fondamentale come la manutenzione delle attrezzature, la scorta, la contabilità, il personale qualificato. Anche per chi produce bulloni!

Web marketing, digitale, social, inbound, lead, prospect non sono termini incomprensibili usati per confondere. Bensì consentono non solo di raggiungere il proprio pubblico, i clienti (anche quello che da noi compra i bulloni). Soprattutto mirano a due obiettivi principali: fidelizzare i nostri clienti e acquisirne di nuovi.

Google e Facebook hanno convogliato su di sé il dominio del web. Tutto passa da loro e attraverso loro. Social e web, fortemente coesi e connessi.

Sottilmente, per attirare ancora più utenti, hanno diffuso la convinzione che tutto sia gratis. E all’apparenza lo è. Ma gratuitamente si ottiene poco o niente.

Per sfruttare appieno le enormi potenzialità offerte da web e social, occorre investire e utilizzare professionalità specifiche, competenze, attenzione, monitoraggio costante. Affidereste la gestione della vostra contabilità a uno stagista, a un carpentiere, a un fattorino?

Un processo da attivare che non è immediato. Non basta pubblicare un post su Facebook per ottenere riscontri. Non è sufficiente un sito per mantenere e sviluppare contatti.

Per ottenere risultati occorre tempo, continuità, costanza e, ripeto, competenze.

Ecco perché è proprio questo il momento di organizzare la propria comunicazione. Aspettare che tutto riparta sarà troppo tardi perché il web, i social, la gente è in trasformazione e sta stravolgendo il mondo delle imprese, del lavoro, dei consumi.

Avete un sito aziendale datato, non aggiornato, magari anche bruttino? Avete attivato una pagina su Facebook ma non ricordate nemmeno più le credenziali di accesso? Vi siete fermati così come avete dovuto interrompere la vostra attività? Avete un profilo in vetrine di settore che da tempo non aggiornate o non sapete nemmeno più dove siete presenti?

Usate questo tempo per programmare, organizzare, strutturare, rinvigorire la vostra presenza online. Fate sapere che ci siete, che siete pronti, che avete nuove proposte. E fatelo ora, prima che parta il bombardamento mediatico della ripresa.

Il rischio è quello di dover rincorrere e lasciare spazio alla concorrenza.

Non adagiamoci su “Si ma tanto ora è tutto fermo!”. Questo è il momento per comunicare!

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